LA STORIA SEGRETA DI ZENITH, UNA MAISON CHE HA RISCHIATO DI SCOMPARIRE

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Il marchio svizzero è stato al centro di un’incredibile avventura. Ed è sopravvissuto anche grazie alle gesta di un dipendente molto affezionato…

Oggi, Zenith è una maison di orologeria famosa in tutto il mondo per i suoi orologi di lusso e per la ricercatezza dei calibri che li animano. Ma quello che alcuni appassionati di lancette probabilmente ignorano è che il passato del marchio è stato tutt’altro che facile, tanto da rischiare di scomparire. Una storia che si intreccia con quella del suo celebre movimento El Primero: per raccontarla, bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1958, quando Gérard Bauer, presidente della Federazione dell’Industria Orologiera Svizzera, convinse i principali brand elvetici a unire le forze per dar vita al Centre Electronique Horloger, dove gli studi iniziarono a concentrarsi sull’elettronica e sulla sua applicazione futura nei segnatempo (Bulova aveva appena presentato Accutron, il primo orologio elettronico dotato di diapason che oscillava a 360 Hz e fungeva da elemento di regolazione).

Le ricerche si concentrarono sul quarzo, con un progetto denominato segretamente Beta. Era il 1967, e a novembre dieci modelli “Beta 2” parteciparono al concorso di cronometria organizzato dall’Osservatorio di Neuchâtel, aggiudicandosi le prime dieci posizioni e superando i modelli Seiko. I giapponesi di Seiko, però, bruciarono sul tempo la concorrenza svizzera, lanciando sul mercato il primo modello al quarzo, l’Astron-35 SQ, che fu distribuito nel Natale 1969, pochi mesi dopo la presentazione del cronografo meccanico El Primero. Zenith continuò a far fronte comune con gli orologiai svizzeri, entrando in un consorzio insieme ad altre 15 maison, tutte decise ad animare i loro modelli con il movimento al quarzo Beta 21. Ma il futuro sembrava tutt’altro che roseo: Seiko e Citizen erano sempre un passo avanti. Non è difficile comprendere come, in un simile contesto, il movimento meccanico El Primero sembrava destinato all’anonimato.

È in un simile contesto che l’azienda venne venduta alla Zenith Radio Corporation, costruttore di radio e televisioni con sede a Chicago. Un’assemblea generale del 1972 sancì la nascita di Zenith Time SA: il futuro, da quel momento in poi, era affidato interamente ad amministratori statunitensi.

Iniziò in quegli anni, il movimento El Primero appare ancora nei cataloghi del brand: gli orologi Zenith che lo ospitavano, hanno cassa più grande del motore e look futuristico, legato al mondo dello spazio che in quegli anni bruciava le tappe e faceva sognare di mondi lontani e pianeti da esplorare. ma nel 1974 gli amministratori americani, non vedendo più un futuro per il marchio, iniziarono a rallentare la produzione, lanciando cataloghi che non contenevano più movimenti El Primero. A salvare un nome che rischiava di scomparire per sempre fu allora Charles Vermot.

Responsabile del Laboratorio 4, Vermot credeva ancora fermamente nell’orologeria meccanica, convinto che sarebbe tornata presto protagonista del settore. Così portò in salvo gli strumenti necessari per la produzione di El Primero, nella massima segretezza, spostandoli di notte grazie anche all’aiuto nel fratello Maurice per nasconderli in uno dei 18 edifici della manifattura Zenith, non collegato agli altri (gli americani volevano sbarazzarsene). Senza il coraggio di quell’uomo, che sfidando i suoi superiori recuperò 150 presse e tanti piccoli strumenti e camme, oggi la maison non esisterebbe. Quel know-how preziosissimo fu così conservato mentre l’azienda cadeva in declino, con il personale decimato e gli americani decisi a vendere: a cambiarne per sempre la storia fu così la vendita a un consorzio di tre costruttori svizzeri di cui faceva parte Paul Castella, proprietario di Dixi ed esperto del settore. Il suo obiettivo era salvare una m
anifattura che era appartenuta alla tradizione orologiera e industriale svizzera: missione per la quale gli vennero in aiuto conoscenze preziose messe in salvo da un dipendente non proprio impeccabile nel rispettare gli ordini dei suoi superiori…

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