CRONOGRAFI: RATTRAPANTE A CHI?

Breve storia del cronografo sdoppiante: una delle complicazioni che hanno cambiato il sistema di misurazione dei tempi

Rattrapante: un termine sfugge ai più e non è di facile incasellamento tra gli scaffali della lingua italiana. Ma non vi corrucciate più di tanto, perché qui ci stiamo muovendo nelle stanze dell’alta orologeria. Il cronografo sdoppiante o rattrapante è infatti un tipo di cronografo in cui la grande lancetta è sdoppiata, ma le due parti sono sovrapposte con tale accuratezza e precisione da sembrare una sola lancetta. Dopo la partenza simultanea, infatti, una delle due lancette può essere arrestata, permettendo così di rilevare il tempo di due eventi che hanno lo stesso inizio ma non cessano nello stesso momento.

Un po’ di storia della materia, come sempre, viene in soccorso. Intanto diciamo subito che tra la grande famiglia dei misuratori del tempo, qui siamo all’interno della stanza dell’orologio automatico. E, tra questi, nel meccanismo che in questa categoria sale al gradino superiore: il cronografo automatico. Come intuì nell’Ottocento il giovane Louis-Frédéric Perrelet nipote di cotanto nonno Abraham-Louis Perrelet. Il quale nonno (nacque nel 1729 a Le Locle) – siamo nelle valli del Giura, oggi sul lato svizzero e sito patrimonio Unesco – inventò il primo orologio da taschino con ricarica automatica.

Louis Frédéric, che era nato una cinquantina di anni dopo, seguì e perfezionò le orme del nonno. Tanto che si trasferì a Parigi per mettersi al servizio della corte dei reali di Francia come orologiaio del re. Mestiere che mise poi a disposizione anche di altre famiglie e casati del resto d’Europa. Fu lui che brevettò nel 1827 il primo orologio con caratteristica rattrapante (o anche sdoppiante). Di cosa si trattava? Di un cronografo che presentava non una ma due lancette per indicare i secondi, una sovrapposta all’altra ma con tale raffinatezza da sembrare una sola.

I modelli di cronografo rattrappante sono oggetto di applicazione di pochi e specializzati marchi di orologeria, quelle che per scelte storiche o aziendali sono anche molto vicine al mondo dello sport, ad esempio. Questo tipo di macchina può infatti rilevare il tempo di due segmenti di performance con uno stesso inizio, ma non computo finale differito (o anche per un intertempo della stessa misurazione). E solo questi orologi hanno un terzo pulsante, rispetto ai due dei “normali” cronografi, che solitamente è posizionato a ore 10.

Questo è possibile grazie al fatto che una di quelle due lancette sovrapposte può essere fermata, indicando così una prima rilevazione. Quando poi viene riattivata la stessa lancetta del tempo parziale raggiunge in un niente l’altra che ha continuato a misurare il tempo della prova, marciando allo stesso passo.

Sia chiaro: la tecnologia digitale – ma anche molta dell’analogica, fino a pochi anni fa – permettono di avere lo stesso risultato al millesimo di secondo. Pensate alla qualificazioni dei gran premi di Formula 1 o di Moto Gp, per non dire delle gare del mondiale di sci. Ma pensate soltanto a immaginare cosa voglia dire ottenere la stessa precisione con movimenti esclusivamente meccanici, delicatissimi e complessi – racchiusi in una cassa da 41-43 millimetri…

Se siete collezionisti di orologi, non vi abbiamo svelato nulla di più rispetto a quanto già sapevate. Ma se nel vostro pantheon orologiaio un modello rattrappante non c’è ancora, è molto probabile che quell’idea che avete da tempo di possederne uno abbia ricominciato a ronzarvi in testa.

(Tutte le immagini da Pinterest)