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BREVE STORIA DEI QUADRANTI IN PIETRA

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Storia del rapporto (non sempre facile) tra gli orologi e le pietre preziose, capaci di creare colori e suggestioni magiche sul quadrante.

Orologi e pietre, una storia (quasi) recente

L’amore per le pietre preziose accompagna da sempre gli appassionati di orologeria di tutto il mondo, rapiti dai colori, dalle sfumature e dai motivi che soltanto quei piccoli tesori estratti dalla terra sono in grado di regalare. Eppure quello dei quadranti realizzati con delle gemme è un fenomeno relativamente recente nella storia delle lancette, che ha preso davvero piede soltanto negli ultimi anni. Ecco, allora, un piccolo viaggio indietro nel tempo per capire quando e come è esplosa davvero questa passione.

Orologi Piaget con quadrante in pietra
(Orologi Piaget con quadrante in pietra prodotti tra il 1969 e il 1978)

Piaget, pioniere di uno stile

Anche se ci sono state negli anni sperimentazioni su orologi da tasca in madreperla, quello delle pietre è rimasto a lungo un terreno inesplorato. La realizzazione di un quadrante in materiali preziosi avrebbe infatti richiesto casse molto spesse e un complicato lavoro per correggere la fragilità dei materiali. E così è soltanto nel 1957 che venne registrato il primo vero passo in avanti: Piaget lancia infatti il calibro ultrapiatto 9P con uno spessore di soli 2 mm, che apre finalmente le porte a nuove sperimentazioni. La stessa maison presenta nel 1963 il primo lotto di segnatempo con tagli da 1 mm di lapislazzuli, opale e malachite, ottenendo subito grande successo. Un modello con quadrante in giada e bracciale d’oro finisce addirittura al polso di Jackie Kennedy, ex first lady degli Stati Uniti.

Piaget Jackie Kennedy
(L’orologio Piaget di Jackie Kennedy, 1967)

I quadranti preziosi di Rolex

Fino alla fine degli anni ’60, quello degli orologi con quadranti in pietre preziose rimane comunque un campo molto limitato. Un nuovo slancio arriva con Rolex, che con i modelli Datejust e Day-Date aveva già abituato il pubblico a vistose casse in oro con indici di diamanti. Realizzare quadranti in onice, ossidiana, diaspro, agata e persino fossili di minuscole creature marine del passato è il passo successivo per la maison, che arriva a offrire addirittura 126 possibili configurazioni ai suoi clienti.

Alcuni modelli storici Rolex con quadranti in pietra
(Vintage Rolex con quadranti in pietra dura)

Gli anni ’80

La crisi del quarzo degli anni ’80 ferma però la grande industria dell’orologeria di lusso, con molti marchi costretti a orientarsi verso i segnatempo sportivi in acciaio. Soltanto poche aziende come Cartier rimangono fedeli alle loro idee, con alcuni modelli della linea Must de Cartier alimentati al quarzo che mostrano quadranti in pietra.

Cartier Santos
(Cartier Santos andato all’asta da Christies)

I nuovi orologi con quadranti in pietra

Ancora una volta tocca a Rolex il ruolo di pionere: tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000, l’introduzione di quadranti in pietra sodalite all’interno di una cassa in oro bianco, con indici delle ore in diamanti, segna il ritorno delle pietre preziose sulla scena, protagoniste indiscusse dell’iconico Daytona. Da lì in poi tante maison seguono l’esempio: Jaeger-LeCoultre, Patek Philippe, Bulgari, Chopard, o l’originale Omega Seamaster 300 acquistabile con quadrante in lapislazzuli o malachite, a dimostrazione di quanto sia oggi naturale fondere uno stile sportivo alla passione per i materiali preziosi, senza per questo diventare eccessivi.

Omega Seamaster 300
(Omega Seamaster 300 con quadrante in malachite)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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