Günter Blümlein

GÜNTER BLÜMLEIN: CHI ERA E CHE RUOLO HA AVUTO NELLA STORIA DI A. LANGE & SÖHNE

A. Lange & Söhne ricorda Günter Blümlein, protagonista del rilancio del marchio a metà degli anni Novanta.

Vent’anni fa, il 1 ottobre 2001, veniva a mancare all’età di 58 anni Günter Blümlein, figura chiave della storia dell’orologeria capace di ridare vita al marchio A. Lange & Söhne insieme a Walter Lange, dopo che la crisi del quarzo degli anni ’70 si era abbattuta sul settore mettendo in dificoltà tante aziende. Un visionario che la maison ha deciso di ricordare in queste settimane per la grande passione lasciata in eredità ai suoi successori, ripercorrendone la storia: nato nel 1943 e cresciuto nel bel mezzo del miracolo economico della Germania, Blümlein decise di intraprendere la carriera di ingegnere lavorando per il gruppo Diehl, nella Foresta Nera, riuscendo a ritagliarsi un’ottima reputazione e ricevendo il delicato compito di riposizionare le case di orologeria Iwc e Jaeger-LeCoultre. Un’impresa che sarebbe stata soltanto l’antipasto dei grandi successi futuri.

Günter Blümlein

Vero pallino di Günter Blümlein divenne infatti far rivivere A. Lange & Söhne in stretta collaborazione con Walter Lange. L’azienda veniva da una pausa di oltre 40 anni e aveva bisogno di un restyling completo per tornare a brillare. L’idea vincente fu quella di creare un marchio fondato sulla precisione e l’alta qualità del proprio artigianato, dando vita a orologi da polso che dovevano combinare utili innovazioni e tradizione. “Un orologio Lange è un’opera d’arte completa – fu non a caso una delle frasi più celebri di Blümlein – Combina la passione dell’orologiaio per i meccanismi e l’artigianato con lo stile inimitabile del marchio e la sua ricca storia”. La bontà dell’intuizione fu subito evidente: i 123 modelli prodotti nel ’94, data di inaugurazione del nuovo corso, andarono tutti esauriti nel giro di poche ore.

Günter Blümlein

Il Lange 1, uno dei primi esemplari, si trasformò presto nel nuovo volto di A. Lange & Söhne, con quadrante decentrato, doppio bariletto e grande data. Ad accompagnarlo, una campagna di comunicazione sicura e spiritosa che rese lo slogan “when time came home” un vero e proprio tormentone. Baciato dal successo fu anche il Tourbillon “Pour le Mérite”, dimostrazione della capacità della maison di rientrare da subito nell’alta orologeria, mentre il Datograph del 1999 fece addirittura scalpore durante l’edizione annuale di Baselworld: dopo decenni di movimenti cronografici standard utilizzati anche da manifatture rinomate, il “nuovo arrivato” Lange aveva sviluppato un movimento cronografico unico e proprietario, con raffinatezze tecniche come un contatore dei minuti saltanti esattamente fino a 30 minuti e la grande data. Fino all’ultimo, Blümlein lavorò sodo sul design di nuovi modelli, in particolare su forme di casse sorprendenti e un’architettura estetica del movimento. Il risultato è ancora oggi sotto gli occhi di tutti: per gli esperti, i segnatempo del marchio possono essere facilmente identificati anche senza logo.

Günter Blümlein