CORUM: IL RITORNO IN MANI SVIZZERE GUIDA UNA NUOVA ERA

FacebookTwitterWhatsApp

Corum torna a scrivere il proprio futuro con una leadership interna e un’eredità creativa da rilanciare.

Corum, ritorno alle origini

Nel mondo dell’orologeria, dove ogni mossa può segnare la differenza tra una gloria d’altri tempi e una rinascita contemporanea, Corum ha deciso di giocare la sua partita in casa. A settant’anni dalla sua fondazione, lo storico marchio di La Chaux-de-Fonds torna ufficialmente in mani svizzere grazie a un management buyout guidato da Haso Mehmedovic, ex orologiaio della casa e oggi nuovo Ceo e Presidente del Consiglio di Amministrazione. Un passaggio di testimone tanto simbolico quanto strategico, che segna l’inizio di un nuovo corso: riportare Corum al centro della scena creativa dell’orologeria elvetica, con un’identità chiara e radicata.

Un’eredità fondata sull’audacia

Fondata nel 1955 da Gaston Ries e suo nipote René Bannwart, Corum si è fatta notare fin dagli esordi per il suo spirito pionieristico e il coraggio di infrangere le convenzioni. Il nome stesso – Corum, dal latino quorum – evoca l’idea di decisione e autorità: un tratto che avrebbe guidato ogni sua creazione. La maison ha saputo distinguersi grazie a invenzioni fuori dagli schemi, capaci di fondere meccanica e immaginazione.

Tra le sue creazioni più emblematiche c’è senza dubbio il Golden Bridge, lanciato nel 1980: un orologio che rivoluzionava l’architettura del movimento grazie a un calibro lineare visibile al centro della cassa, sospeso tra ponti trasparenti. Un manifesto tecnico ed estetico. Ma l’inventiva di Corum non si è fermata lì: nel 2000 arriva il Bubble, con un vetro zaffiro bombato da 11 mm che deforma e amplifica il quadrante in modo teatrale. E ancora l’Admiral, creato nel 1960, pensato per la vela e con funzioni dedicate alle maree, alle fasi lunari e alle correnti. Fino al celebre Coin Watch, un’icona indossata anche da diversi presidenti statunitensi, con quadrante ricavato da una moneta Double Eagle in oro da 20 dollari.

Dalla manifattura alla strategia

La notizia del ritorno in mani svizzere non è solo un cambio di proprietà: è una vera e propria riorganizzazione dell’intero assetto strategico e produttivo. Dopo oltre dieci anni sotto il controllo della cinese Citychamp Watch & Jewellery Group, Corum si appresta a ricostruire la propria struttura su fondamenta solide. L’accordo, descritto come “costruttivo” da entrambe le parti, assicura un passaggio fluido e la continuità degli asset industriali e commerciali, compresi brevetti, archivi e proprietà intellettuali.

Haso Mehmedovic, che iniziò come orologiaio dopo il diploma alla CIFOM di Le Locle, conosce ogni reparto della maison: dalla produzione al controllo qualità, fino alla rete commerciale internazionale. La sua visione è chiara: consolidare le collezioni storiche, rafforzare i mercati chiave e rilanciare l’identità creativa di Corum nel 2026 con una nuova strategia globale. Il 2025, invece, sarà un anno di transizione e consolidamento.

Verso il 2026 con creatività e visione

L’obiettivo è ambizioso ma preciso: riportare Corum al centro dell’orologeria svizzera come marchio indipendente, riconoscibile per il suo DNA fuori dal coro. Mehmedovic ha parlato apertamente del potenziale ancora inespresso del brand e della volontà di rimettere la “creatività audace” al centro dello sviluppo. I modelli storici come il Golden Bridge, l’Admiral e il Bubble torneranno a essere protagonisti, ma con un occhio rivolto al futuro e all’evoluzione del gusto contemporaneo.

Anche la rete distributiva – oggi composta da circa 300 retailer nel mondo – verrà razionalizzata e rafforzata con partner selezionati, per garantire non solo visibilità ma anche un servizio post-vendita all’altezza del posizionamento del marchio. Il ritorno in mani svizzere non è dunque un semplice cambiamento di proprietà: è un segnale forte per appassionati e collezionisti, un invito a riscoprire una marca che ha fatto dell’audacia il proprio linguaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FacebookTwitterWhatsApp