JEREMY CLARKSON: “NON INDOSSEREI OMEGA SOLO A PAGAMENTO”

Il presentatore di Grand Tour mostra sotto le telecamere il suo Railmaster XXL, confermando il legame con la maison

Un terzetto ben noto agli appassionati di motori, quello composto da Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May. Stile graffiante, sempre in bilico tra humor e provocazione, i tre hanno contribuito alla fama del programma Top Gear, in onda sulla BBC e dedicato appunto al mondo delle auto, per poi spostarsi alla conduzione di Grand Tour, trasmesso dal servizio on demand Amazon Video. Senza mai nascondere una passione comune per l’orologeria, tanto da arrivare, in alcune puntate, a paragonare i propri segnatempo a bolidi lanciati in pista, con rispettivi punti di forza e debolezze. Di recente, l’argomento è tornato di stretta attualità quando Jeremy Clarkson ha mostrato agli occhi delle telecamere il suo Omega Railmaster XXL. Com’era lecito aspettarsi, conoscendo il carattere istrionico del conduttore, non si è trattato però di una semplice, banale inquadratura e poco più.Clarkson si è infatti lasciato andare a un vero e proprio endorsement nei confronti del modello, un orologio da 49,2 mm equipaggiato con movimento carica manuale. Una scelta non certo causale, considerando che in passato lo stesso Jeremy aveva mostrato al pubblico fiero il suo Omega Seamaster Professional passando poi, nel corso degli episodi successivi di Top Gear, al più recente Omega Seamaster Planet Ocean. Un legame insomma decisamente solido quello tra il volto noto del piccolo schermo anglosassone e l’azienda elvetica, cronometrista ufficiale dei Giochi Olimpici già dal lontano 1932.

Un marchio famoso per essere stato scelto dalla NASA con i modelli della collezione “Speedmaster” protagonisti di tutte le missioni spaziali dagli anni ’60 in poi, compreso lo sbarco sulla Luna. E al cui fascino non è rimasto indifferente nemmeno sua maestà James Bond, l’agente segreto più famoso al mondo, sempre armato di un fedele Omega nelle pericolose missioni affrontare a partire dall’inizio degli anni ’90.

Clarckson ha pensato bene, nel ribadire la sua fedeltà al marchio, di suggerire una sorta di partnership al contrario: “Se mi pagate, smetto di indossare i vostri orologi così da smettere di screditarvi e passare a qualche altra azienda. Rolex, per esempio”. Difficile immaginare, però, che la maison voglia privarsi del suo bizzarro testimonial.