L’attore e l’astronauta Buzz Aldrin protagonisti del corto Starmen, lanciato per festeggiare l’anniversario del modello Speedmaster
C’era il mondo intero, con il fiato sospeso, a osservare le fasi salienti dello sbarco sulla luna, il sogno che diventa di colpo realtà, l’inizio di un’era di meraviglie e progresso segnato dalla bandiera americana piantata sui crateri del satellite della Terra. Quel giorno c’era Buzz Aldrin (il secondo, per la cronaca, ad appoggiare il piede su quella superficie misteriosa) in tuta, emozionato come un bambino. E un bambino a tutti gli effetti, oggi decisamente cresciuto, di nome George Clooney che seguiva il tutto dalla tv di casa.
A tanti anni di distanza i due si sono incontrati di persona, il primo 87enne e il secondo ancora smagliante nei suoi 56, per girare un corto dal nome “Starmen, uomini delle stelle”. Una leggenda vivente da un lato, un vip amatissimo dall’altra. Uniti sotto il segno di Omega, azienda di orologi che ha deciso di produrre il breve film per celebrare l’anniversario numero 60 del suo Speedmaster, accessorio a sua volta storico: sue, infatti, le prime lancette a finire sulla luna, insieme ai pionieri dello spazio che fecero sognare milioni di persone.
Con la benedizione dell’azienda, ecco allora Clooney e Aldrin incontrarsi per caso in un cinema, rimirando le fasi salenti proprio di quella missione Apollo XI che un giovanissimo George aveva soltanto sfiorato con la fantasia, un cannocchiale in mano a convincersi di poter seguire i passi del suo idolo Buzz lassù, oltre le nuvole. E così, tra un aneddoto e l’altro (con l’astronauta a confessare un altro record, quello di prima persona ad aver fatto i propri bisognini sulla luna) eccoli arrivare proprio all’argomento clou, lo Speedmaster, adottato nei gloriosi ’60 dalla Nasa per le sue caratteristiche di affidabilità e robustezza, e che proprio in quello storico al giorno era al polso di Aldrin (“per sapere sempre che ora era a Houston, Texas!”).
Clooney, che nel finale si avvia insieme a Buzz alla ricerca di un buon bar dove concludere la serata con un paio di brindisi, torna allora con la mente al celebre modella della linea Omega, che dopo aver brillato nello spazio si era diffuso a macchia d’olio giù, tra i comuni mortali. Oggi il marchio elvetico prosegue nel solco scavato con lo Speedmaster Dark Side of The Moon. L’ultimo gioiello lanciato, in ceramica nera, è ottenuto da un singolo blocco di ossido di zirconio di colore nero e rievoca ancora il mistero e il fascino di quelle imprese. Ha una cassa da 44,25 mm anch’essa in ceramica con finiture lucide e spazzolate.
I due pulsanti del cronografo in ceramica lucida funzionano in totale indipendenza, evitando così che una manipolazione involontaria possa danneggiare il meccanismo del cronografo. Forte di un cinturino in tessuto rivestito in nylon, punta a tramandare alle nuove generazioni un’eredità unica, un sogno che continua a fare capolino fuori dal cassetto.