BREGUET E LA STRAORDINARIA STORIA DEL TOURBILLON

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Breguet festeggia il 220° compleanno del tourbillon, una delle creazioni più complesse e famose del mondo dell’alta orologeria.

Un anno speciale, questo 2021, per gli amanti delle lancette. Il tourbillon, una delle complicazioni più complesse e famose del mondo dell’alta orologeria, nato per mano di Abraham-Louis Breguet nell’ormai lontanissimo 1801 e ancora oggi ammirato dagli appassionati di tutto il mondo, spegne infatti 220 candeline. Un successo frutto anche dell’incredibile storia che ha segnato la sua creazione e che in pochi, però, possono dire di conoscere davvero. Ecco, allora, tutto quello che c’è da sapere su questa straordinaria invenzione.(B1176 Garde-Temps Tourbillon, échappement naturel)

Il nome di Abraham-Louis Breguet aveva già iniziato a circolare quando, ormai ingegnere provetto, si presentò alle autorità francesi per inoltrare domanda di brevetto per il tourbillon. I suoi orologi automatici, chiamati “perpetui”, avevano sedotto re Luigi XVI e l’intera corte di Versailles, e tra le sue geniali intuizioni si contavano già l’orologio a tatto (che permetteva di leggere l’orario toccandolo), la pendola simpatica (che rimetteva l’ora e regolava un segnatempo inserito alla sua sommità) e lo scappamento “a forza costante”. Poi, ecco arrivare il “regolatore a tourbillon“, figlio delle conoscenze acquisite tra Svizzera, Francia e Inghilterra. Il nome fu scelto da Breguet con riferimento all’astronomia, richiamando quei filosofi che vedevano nell’orologeria il tentativo di rappresentare il cosmo in maniera miniaturizzata. E in effetti il meccanismo conteneva un piccolo mondo ordinato, con l’organo regolatore (bilanciere spirale) e l’organo di distribuzione (ruota di scappamento e àncora) in una gabbia mobile che gira con la regolarità dei pianeti.

(B1188 Garde-Temps Tourbillon, échappement naturel)

Per riuscire a ottenere il brevetto, Breguet dovette superare lo scoglio della domanda, all’interno della quale illustrò con una tavola ad acquarello la sua creazione, accompagnata da una lettera per il ministro degli Interni francese. Riuscito nell’impresa, il fondatore dell’omonima maison dovette però aspettare altri dieci anni prima di raccogliere il frutto del suo lavoro, lavorando per perfezionare sempre più il nuovo regolatore. Tra il 1811 e il 1829 arrivò, infine, l’agognata fama: una decina di tourbillon furono impiegati per usi navali, acquistati da armatori e avventurieri pronti a solcare i mari, altri finirono nelle mani di sovrani come Giorgio III e IV d’Inghilterra e aristocratici come il russo Gagarin o il conte milanese d’Archinto. I quadranti, in oro, argento o smaltato, sono considerati ancora oggi tra i più belli nella storia della maison, e permettevano l’aggiunta di funzioni come secondi saltanti, secondi alla domanda, riserva di marcia e termometro.

(B2567 Garde-Temps Tourbillon simple)

Produrre i tourbillon fu però un processo estremamente lento e faticoso, richiedendo tra i 5 e i 10 anni per la realizzazione di ogni orologio. Breguet passò il resto della sua vita a cercare soluzioni per semplificare la sua complicazione. Che, dopo un periodo di anonimato, tornò prepotentemente in scena a metà degli anni ’80 delsecolo scorso, inserita nella cassa di dimensioni ridotte degli orologi da polso e molto meno sensibile alla forza di gravità. Una seconda vita segnata da costanti successi, fino a oggi. Nel frattempo, i vecchi modelli erano entrati di diritto nella storia dell’orologeria: una dozzina di orologi sono ancora conservati nei più famosi musei del mondo, come il British Museum o il Museo Breguet, altri si trovano nelle mani di collezionisti privati che li custodiscono gelosamente. In totale, pare siano sopravvissuti circa 30 dei 40 tourbillon pensati da Breguet per gli orologi da tasca, che conservano un fascino immutato. Per celebrare il grande genio del suo fondatore e l’avventura di quest’invenzione speciale, la maison ha già messo in cantiere diverse manifestazioni. Occhi puntati sul 26 giugno, quando sarà annunciata una speciale novità.

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