La casa automobilistica ha annunciato un accordo con Fossil Group per la produzione di segnatempo fino al 2023.
Continua dritta per la sua strada Fossil Group, che negli scorsi mesi aveva annunciato una partnership con Puma per la realizzazione di orologi e ora concede il bis affiancandosi a un altro grande marchio, BMW. Il gruppo ha infatti ufficializzato un accordo di licenza globale con la casa automobilistica Bayerische Motoren Werke Aktiengesellschaft per la progettazione, lo sviluppo e la distribuzione di segnatempo e smartwatch fino al 2023. “BMW è uno dei marchi più iconici al mondo – ha affermato Kosta Kartsotis, presidente e amministratore delegato di Fossil Group – Non vediamo l’ora di mettere la nostra esperienza nella progettazione di orologi e smartwatch a disposizione degli appassionati BMW di tutto il mondo”.
Fossil si occuperà di progettazione, sviluppo e distribuzione dei nuovi prodotti. C’è quindi la possibilità che il gruppo realizzi orologi regolari con il marchio della casa automobilistica, smartwatch e ibridi.
La prima collezione sarà disponibile a partire dal 2019 e la distribuzione avverrà, a livello globale, sfruttando gli oltre 4.000 canali di vendita al dettaglio BMW e i rivenditori che già collaborano con Fossil. Stando a quanto emerso in questi primi giorni, gli smartwatch adotteranno il sistema operativo Wear OS di Google, richiameranno con tutta probabilità il mondo delle quattro ruote e avranno prezzi che oscilleranno tra i 200 e i 300 euro.
Fossil ha già dalla sua un numero importante di licenze, come Michael Kors, Tory Burch e Kate Spade. Soltanto lo scorso anno, tenendo conto di ogni marchio per cui il gruppo produce orologi, sono stati lanciati sul mercato oltre 80 smartwatch e segnatempo ibridi. L’accordo con BMW nasce con la promessa di applicare la tecnologia Internet of Things per permettere agli appassionati una grande possibilità di personalizzazione degli accessori e di connessione degli orologi ai propri veicolo. Un annuncio che arriva in un momento molto particolare, quando molti produttori stanno invece abbandonando proprio il settore degli smartwatch.