L’orologio Cloche de Cartier torna protagonista in un’inedita rivisitazione, accompagnata da una declinazione scheletrata.
Dopo i modelli Crash, Tank Cintrée, Tonneau e Tank Asymétrique, Cartier arricchisce la collezione Privé con il segnatempo Cloche de Cartier. Un modello lanciato per la prima volta nel 1920 (qui sotto, una foto del 1922) e che deve il suo nome alla forma “cloche“, campana, posizionato in orizzontale per evocare la forma di un campanello da banco. “L’orologio Cloche de Cartier illustra l’approccio creativo della maison – racconta Pierre Rainero, direttore dell’immagine, dello stile e del patrimonio del marchio – secondo cui la forma non viene considerata soltanto da un punto di vista puramente estetico, ma anche, consapevolmente, in relazione alle sue molteplici associazioni evocative. Un segnatempo unico e audace”.
Il segnatempo Cloche de Cartier sfoggia uno dei design più singolari nella storia della maison e ne riprende tutti i codici orologieri: la minuteria chemin de fer e i numeri delle ore assecondano la forma asimmetrica del quadrante, mentre la corona è ornata di una pietra cabochon. In netta rottura con gli schemi abituali, l’orologio presenta la particolarità di poter essere indossato al polso, con una lettura dell’ora nel prolungamento del braccio oppure posizionata su un tavolo per trasformarsi in pendulette. Per assecondare questa forma inedita, la manifattura di La Chaux-de-Fonds in Svizzera ha dovuto sviluppare nuovi calibri.
Il Cloche de Cartier è oggi disponibile in versione oro rosa, oro giallo o platino in edizione limitata e numerata di soli 100 pezzi ciascuno e sfoggia tutti i codici dell’orologeria della maison. Le finiture riprendono quelle del modello originale: satinate sul fondo cassa, lucide tra le anse e sul bordo. Ad animare il segnatempo, il movimento meccanico di manifattura 1917 MC, nato nel 2019. Un cuore a carica manuale che batte a 21.600 alternanze all’ora e offre 38 ore di autonomia. Il modello, con cassa dal diametro di 37,5 mm, è disponibile anche in tre declinazioni scheletrate con quadrante interamente traforato e il calibro trasformato in un fitto reticolo di rotismi visibili, in trasparenza, attraverso i numeri romani divenuti ponti. In questo caso, le versioni in oro sono prodotte in 50 esemplari, mentre quella con diamanti, solo in 20.